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Molti di noi abitualmente vanno a dormire accompagnati dallo smartphone: ci si sdraia nel letto e si leggono le ultime news, oppure si sfogliano le ultime storie di Instagram postate dai nostri amici…

Un comportamento apparentemente innocuo che, tuttavia, può avere un grande impatto sul nostro sonno. Scopriamone il perché! 

La privazione cronica di sonno rappresenta una delle nuove maggiori problematiche delle società avanzate. Ne soffrono circa i 2/3 della popolazione mondiale.

Il peggioramento della qualità del sonno potrebbe favorire il manifestarsi dei seguenti sintomi: malattie cardiache, indebolimento del sistema immunitario, fluttuazioni dell’umore, depressione, diminuzione dell’appetito

Diverse ricerche sottolineano come la privazione cronica di sonno sia in aumento per la diffusione di smartphone, tablet, e-books… Come mai?

Sappiamo che:

  • La quasi totalità degli adulti (95%) utilizza un device che emette luce nell’ora prima di andare a dormire;
  • Più di una persona su due controlla le email nel corso della notte;
  • Il 60% degli adulti di età compresa tra i 18 e i 64 anni tiene lo smartphone accanto a sé mentre dorme.

(Huffington, 2016)

Una delle principali determinanti della diminuzione della qualità del sonno è senza dubbio la luce blu emanata dai device elettronici.

Perchè la luce blu avrebbe tale impatto sulla qualità del nostro sonno?

La risposta sta nel significato che per noi assumono le diverse tipologie di luce, riguardo le quali la psicologia dei colori può fornirci indicazioni. Infatti, non dobbiamo dimenticarci che nonostante il colore abbia circondato la specie umana da sempre, solo recentemente è stato possibile produrre e usare liberamente il colore.

Prima del XIX secolo, ad esempio, erano conosciuti solo pochi pigmenti per lo più di origine organica, particolarmente costosi e a disposizione solo di chi poteva permetterseli. Basti pensare che, per tingere di color porpora la tunica di un imperatore romano, erano necessari migliaia di molluschi (murici).

Il mondo conosciuto dall’uomo è stato dominato dai colori della natura fino a circa un secolo e mezzo fa, quando furono inventati i primi coloranti artificiali.

Ad oggi, sostanzialmente tutti gli oggetti prodotti sono colorati grazie a migliaia di tinte di ogni tonalità e intensità. Non esistono quindi più solo il blu del cielo, il rosso del tramonto ed il verde degli alberi, ma si hanno a disposizione tutti i colori sintetizzati dall’uomo, le luci al neon e i colori degli schermi dei nostri device che continuamente ci incantano.

Tuttavia, in quanto specie umana, essendo stati abituati per migliaia di anni ai colori della natura e al loro significato, ognuno di noi porta con sé un retaggio di significati inconsci mediati dai colori.

Un esempio su tutti: ti sfido a trovare in un qualunque supermercato una confezione di zucchero che sia almeno in parte colorata di verde. I produttori di zucchero colorano le loro scatole con almeno un po’ di blu e mai di verde in quanto la sensazione fisiologica associata con il blu è “dolcezza”, mentre quella del verde è “astringente”, e nessuno vorrebbe acquistare dello zucchero astringente (Luscher, 1976).

In definitiva, i colori della natura hanno esercitato su di noi un’influenza profonda, a livello conscio e inconscio, psicologico e fisiologico.

Per millenni, la luce blu (oggi emessa dai device) era presente solo durante il giorno: non esisteva alcuna illuminazione artificiale di notte, se non la luce giallo-rossastra emanata dal fuoco. Tale luce non costituisce un problema poiché il cervello la interpreta come un segnale per andare a dormire.

La luce blu, invece, comunica al nostro cervello che il mattino sta giungendo.

Di conseguenza, utilizzare un device a luce blu prima di andare a dormire inganna il nostro cervello che quindi smetterà di produrre melatonina (l’ormone del sonno, secreto solo a partire dagli attimi che precedono il sonno).

La compromissione del meccanismo fisiologico che produce melatonina, che solitamente ci consente di dormire notti serene e riacquisire le energie necessarie per affrontare una nuova giornata, è debilitante e nuoce alla qualità del nostro sonno (Chang et al., 2015; Wood et al., 2013).

Come fare quindi per migliorare il proprio sonno? Ecco alcuni consigli di buone abitudini da instaurare:

  1. Non usare devices elettronici che emettano luce per almeno un’ora prima di andare a dormire. Se possibile, a partire dalle 18, imposta il “filtro luce blu” (Night Shift su iOS);
  2. Non dormire con il telefono sul comodino, ma riponilo ad almeno 2 metri di distanza, possibilmente spento o in modalità offline;
  3. Se ti è possibile, per almeno un’ora prima di andare a dormire, abbassa le luci presenti nel tuo ambiente: tonalità più calde sono preferibili.

Autore: Dr. Federico Sopetti

Revisione: Dr. Mattia Minzolini

Bibliografia:

Huffington, A., (2016). The sleep revolution: transforming your life, one night at time. London, Penguin Books
Chang, A. M., Aeschbach, D., Duffy, J. F., Czeisler, C. A., (2015). “Evening use of light-emitting eReaders negatively affects sleep, circadian timing, and next-morning alertness”, in Procedings of the National Academy of Sciences, 112, pp. 1232-1237
Wood, B., Rea, M.S., Plitnick, B., Figueiro, M.G., (2013). “Light level and duration of exposure determine the impact of self-luminous tablets on melatonin suppression”, in Applied Ergonomics, 44, pp. 237-240
Luscher, M., (1976). Il test dei colori. Roma, Casa editrice Astrolabio – Ubaldini Editore